La nascita di San Leonardo Abate
Secondo tutti i suoi biografi, San Leonardo nacque verso la fine del quinto secolo, sotto il regno dell’imperatore Anastasio I.
Il luogo della sua nascita si trova in quella regione della Gallia situata a nord della Loira, che diventerà più tardi la regione di Orléans, secondo alcuni nel villaggio di Corroy e secondo altri nel Castello di Vendome.
Era di stirpe franca, almeno per parte di padre, compagno d’armi e parente di Clodoveo; secondo una tradizione ben accreditata re Clodoveo fu padrino di Leonardo al fonte battesimale.
La nobile condizione della sua famiglia permetteva a Leonardo di aspirare alle più alte cariche e dignità della Corte e dell’Esercito. Ma Leonardo, volendo consacrarsi al servizio di Dio e dei poveri, entrò nella comunità di San Remigio, di cui fu fedele discepolo, che lo annoverò tra i suoi chierici.
Anche in quell’ambito avrebbe potuto ottenere prestigiose dignità ecclesiastiche. Thierry, re di Austrasia regno carolingio, figlio e successore di Clodoveo, riconoscendo i meriti e il valore di Leonardo, lo chiamò a Corte e gli rivolse queste lusinghiere parole: “Leonardo uomo di Dio, vi prego di considerare la mia reggia come vostra dimora. Io voglio che restiate presso di me fino a quando non abbia ottenuto per voi le dignità della Chiesa e gli onori dell’Episcopato di cui siete assolutamente degno”.La proposta era senza dubbio allettante, ma Leonardo cortesemente rifiutò e rispose al re in questi termini umili e nobili nel contempo: “Date, o mio re, la mitria episcopale a quelli che lo desiderano, io mi contento di lodare il Signore,facendo l’eremita “. Tuttavia, per poter esercitare la carità verso quegli uomini che considerava i più infelici ed emarginati, accettò con grande gioia l’insigne privilegio di liberare i prigionieri. Operò con tanto zelo, con tanta bontà, anche nel “sociale” come diciamo oggi, il suo più glorioso titolo di santità è quello di ‘Liberatore dei prigionieri”.
San Leonardo, vita eremitica.
Il soggiorno a Corte confermò in Leonardo la volontà di rinunciare al mondo, per condurre una vita solitaria. Decise quindi di lasciare quell’ambiente.In quei tempi turbolenti, dove una società barbara si stava trasformando, sulle rovine della civiltà romana, tanti uomini, anche appartenenti a nobili famiglie e dotati di vasta cultura fuggirono da un mondo dissoluto e crudele e si rifugiarono nella vita eremitica.
San Leonardo, i miracoli.
Ora accadde che un re di Austrasia, forse Teodoberto, si trovasse a soggiornare in quel castello con la regina Visigarda, sua sposa in attesa di un bimbo. Improvvisamente essa fu colta dalle doglie del parto; i dolori erano talmente atroci che i medici si trovavano del tutto impotenti a calmarli. Le condizioni della partoriente risultarono subito gravissime, si temeva la morte a breve termine.Leonardo, avvertito di questo triste evento, lasciò il suo ritiro, scese nella valle, ed andò al castello.Il re ricevette quest’uomo e rimase profondamente colpito dal suo venerabile aspetto. Quando conobbe il suo nome, la sua origine e il suo genere di vita, capì subito che Dio gli veniva in aiuto inviandogli un Santo. Si gettò ai suoi piedi (lui, un re!) e lo supplicava di guarire la sua sposa, ormai in agonia. Leonardo rispose che lui non guariva con i rimedi degli uomini, ma nel nome di Gesù Cristo, che aveva spesso esaudito le sue preghiere. Fu introdotto nella stanza della Regina di cui implorò la guarigione con una ardente preghiera, poi si ritirò.Non era ancora uscito, che la moribonda improvvisamente ritornò alla vita; cessarono gli atroci dolori ed ella diede felicemente alla luce la sua creatura.Il re, stordito di gioia, volle ricompensare l’autore della miracolosa guarigione: gli volle offrire gli oggetti più preziosi del suo castello, ma Leonardo li rifiutò dicendo che era molto meglio venderli e distribuire il ricavato ai poveri. Il re insistette e con un gesto di grande generosità offrì al suo benefattore tutta la foresta di Pauvain. Leonardo accetta questo dono, ma non tutta la foresta, soltanto una parte di essa, quanta cioè, secondo uno strano costume del tempo, ne avrebbe delimitata con un giro completo a dorso di un asino in una notte.Diventato legittimo proprietario di questo territorio, il Santo eremita comincia a costruire una cappella dedicata alla Santa Vergine e a San Remigio, suo antico maestro, il cui culto andava diffondendosi sempre più. Diventerà la Cappella di “Nostra Signora di sotto gli alberi” che è esistita fino al 1793, quando fu sconsacrata. Ne resta soltanto il ricordo e alcune belle pietre che adornano i muri di una casa costruita al suo posto.
Per esercitarvi le pratiche del culto, Leonardo chiese la collaborazione di due esemplari religiosi, alacri e ricchi di pietà. Grazie a questa piccola comunità egli poteva più facilmente assentarsi, per recarsi in pellegrinaggio alla tomba di San Marziale.
I religiosi incontravano numerose difficoltà a far provviste d’acqua, che dovevano andare ad attingere al fiume, che non era vicino. Decisero allora di rivolgersi al loro “Santo direttore”, perché provvedesse in qualche modo.
Leonardo pregò, e il Cielo lo esaudì. Una sorgente scaturì dalla roccia, versando copiosamente acqua fresca e limpida, per la gioia e la comodità dei religiosi e degli abitanti che cominciavano ad insediarsi nei pressi dell’eremo, formando così il primo nucleo di Noblat.
Festeggiamenti in suo onore.
In questo pittoresco paesino, il 5 il 6 ed il 7 Novembre si venera con gran fervore San Leonardo il Protettore.
La festa, unica nella sua particolarità e nella fede degli abitanti inizia con la Novena (preghiera insistente fatta con determinazione e costanza per 9 giorni conseguitivi) nella fiducia di poter ottenere ciò che il cuore di ognuno desidera e con l’avvio della lavorazione artigianale delle “cuddure”. Per la realizzazione di queste particolari “Cuddure” vengono utilizzati centinaia di kili di farina di frumento che in passato veniva donata dagli abitanti di Mongiuffi. Dopo la lavorazione delle ciambelle, si imprime l’immagine di San Leonardo. Il 1° Novembre, solennità di tutti i Santi, vengono preparate, sempre a mano, le artistiche “cudure” dei 4 angioletti e del Santo. Abilità ed impegno fanno sì che queste divengano vere e proprie opere d’arte. La “cudura” del Santo viene decorata con rose e ornamenti vari creati con la pasta, facendo sì che diventi un vero e proprio gioiello della minuziosa arte creativa, che attira tutt’oggi molti curiosi.
La vigilia della festa, quando ormai è tutto pronto, vi è la benedizione delle “cuddure”. Nel borgo l’atmosfera di solennità sale di ora in ora. Gli abitanti di abitanti di Mongiuffi e tutti gli altri devoti che accorrono si recano nella Chiesa di San Leonardo per pregare e cantare al Santo Patrono e assistere all’apertura della cappella e alla discesa del simulacro. Al canto dell’inno di San Leonardo il simulacro collocato dentro la vara, scende sino al centro della Chiesa. La Statua dall’aspetto dolcissimo sembra volgere il suo sguardo per rassicurare i suoi fedeli della sua protezione. A quella vista si commuovono i cuori e si inumidiscono gli occhi. L’artistica statua del Santo viene mostrata al pubblico tre volte soltanto: il giorno di capodanno; il giorno di Pasqua ed il 5 Novembre vigilia della festa.
All’alba del 6 Novembre al suono delle campane i fedeli si ritrovano in Chiesa per la recita dell’Ufficio (tradizionale ufficiatura in onore del Santo Patrono e Protettore). Intorno alle 10:30 vi è la Santa Messa Solenne ove al termine vi è la tradizionale processione per le vie del paese. Il momento più emozionante si ha verso mezzogiorno quando tutto il popolo riunitosi in piazza fontana, al centro del paese, dona al Santo Patrono la ciambella (cuddura) di pasta di pane intrecciata e abbellita artigianalmente in segno di devozione e ringraziamento. Subito dopo vengono distribuite le “cuddure” più piccole a tutti i devoti presenti a questo importante e caratteristico evento. La sera del 6 Novembre i devoti si ritrovano nuovamente nella Chiesa Madre dove vengono celebrati i vespri e l’eucarestia. Tra le luci della notte esce la processione. Al rientro del simulacro in piazza del Carmine vi è il grandioso spettacolo piro - musicale.
La sera del 7 Novembre il Santo Patrono si riporta in processione nella Chiesa a Lui intitolata dove viene risposto nella sua cappella. La festa si conclude con l’atto di affidamento del paesino di Mongiuffi Melia al Santo e l’emozionante chiusura della porta che terrà custodita la statua fino all’atteso appuntamento dell’1°gennaio.
I nostri antenati ci hanno trasmesso la profonda devozione per San Leonardo, e noi tutti con sempre maggiore impegno la portiamo avanti e la tramandiamo ai nostri figli in modo che Mongiuffi possa sempre continuare ad affidarsi alla protezione di questo Prodigioso Santo.
PREGHIERA
O insigne benefattore dell'umanità,
sostegno degli infelici, consolatore degli oppressi,
speranza dei carcerati, a Te ricorriamo nei nostri bisogni.
E' grande il tuo merito presso Dio, forte la premura di renderci felici-
Liberaci tutti da pubbliche e private calamità:
ma particolarmente impetraci da Dio
la liberazione delle anime nostre da ogni colpa,
fa che noi usciamo dalla schiavitù del peccato,
che viviamo nell'osservanza della divina legge e nella pratica di tutte e virtù,
acciò meritiamo la felicità di Teco godere la pace dei giusti.
Così sia.
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CHIESA IN ONORE DI SAN LEONARDO