Maria Santissima della Catena

Maria Santissima della Catena

GENESI E PRIMI SVILUPPI DEL SANTUARIO

Senza bisogno di scomodare leggende su ninfe — come antefatti — che ci porterebbero alle giungle inestricabili della mitologia — senza neppure volere discutere la probabilità verosimile della devozione alla Madonna sin dai primi secoli del Cristianesimo, quando al posto delle Veneri subentrava la Vergine Purissima — notizie storiche precise fanno risalire il culto della Madonna, sotto il titolo della Catena nella valle del Chiodaro, ai primi anni del secolo XV.
Non si conosce con precisione la data della costruzione della Chiesetta rustica, ma da documenti di privati si rileva che un certo Matteo Lo Pò, cittadino messinese, sposato ad una donna di Mongiuffi, Onofria Sgroi, e residente con lei a Mongiuffi, devotissimo del nuovo titolo della Madonna sorto a Palermo nell’anno 1392 come consta dagli storici Mongitore e Rocco Pirri — fece costruire presso le sorgenti del fiume Chiodaro, che scorre nella Valle incantevole a mezzogiorno della Rocca di Kalfa, di fronte ai ruderi dell’acquedotto greco-romano, una Chiesetta dedicata alla Madonna della Catena (Essa fu costruita al posto dove preesisteva un’edicola in onore della Madonna, simile a metà dello spaccato di una cupola che, in dialetto locale, si chiama cubbuta, da cupola, e, in forma diminutiva: cubuledda.) che divenne presto meta di pellegrinaggi non solo da Mongiuffi e da Melia, ma da Taormina, Graniti, Castelmola, Giardini, Francavilla, Motta Camastra, Roccafiorita, Limina, Antillo, Casalvecchio Siculo, Savoca e dai paesi rivieraschi dello lonio Catanese e Messinese.

Vi è ancora una cubbuledda per eccellenza, sulla strada che scende da Roccaflorita a Mongiuffi, sullo spartiacque da cui si snodano sentieri per la Madonna della Catena, per Mongiuffi, Gallodoro, Forza d’Agrò e Scifì.


Che se poi si volesse indagare sulle origini di predilezione per un titolo così recente della Madonna, ci offre la chiave la qualifica di Messinese, con cui viene denominato il Lo Pò.
Egli, infatti, proveniva dalla Metropoli Mariana, dove era vivo in quei primi anni del secolo XV il ricordo del fatto prodigioso avvenuto a Palermo. Il fatto fece rumore e, insieme con altre città siciliane, Messina sarà tra le città, che erigerà una Chiesa, dove sarà ritratta l’immagine Miracolosa di Maria della Catena.
 
Le due piccole campane armoniose, fuse con ricca lega di argento, come si desume dal loro suono, sono del secolo seguente, 1587, quando ormai la devozione alla Madre della Catena si era consolidata ed affluivano nella Valle Santa pellegrini penitenti per incontrare il volto materno di Maria, anche dalla Calabria, per ringraziarla dei benefici ricevuti e per chiedergliene dei nuovi nei casi di emergenza.

LA DESCRIZIONE DEL SIMULACRO SETTECENTESCO
FATTA DA UN LIMINESE

Ecco come si presenta la sacra Immagine al pellegrino. La Vergine è seduta su un trono dorato e posa i piedi su un bel cuscino ricamato in oro. E’ vestita di una lunga veste rosso-granato con larghe maniche, che lasciano intravedere un’altra veste sottostante. L’abito ha gli orli dorati ed è stretto alla vita da una cintura anch’essa dorata.
Le fronti della Madonna e del Bambino sono sormontate da corone regali. Il capo della Vergine, piegato a sinistra, con uno sguardo dolce, è coperto da un velo bianco, che, passando dietro la schiena, gira sul petto, da dove escono tre ciocche di capelli.
Dalle spalle della Madonna scende un manto azzurro orlato d’oro, che passa sotto l’ascella destra e cade sulle ginocchia. L’altra parte del manto scende lungo il fianco destro del trono, e un piccolo lembo si vede spuntare presso le gambe del Bambino.
La destra della Vergine è alzata e tiene legata al pollice una lunga catenina dorata, che, scendendo in più giri per il ginocchio destro fin sopra i piedi, raggiunge le mani del Bambino, che, semicoperto da un velo aureo, tiene la catenina come se stesse scorrendola nelle mani. Il Bambino è seduto su di un cuscino, poggiato sul bracciolo sinistro del trono.
Nel giorno della festa, la Madonna è tutta coperta di anelli, collane, bracciali — di tutti i preziosi che i fedeli le hanno offerto in ringraziamento per la protezione ricevuta attraverso gli anni. Tutto quest’oro è appeso ad un largo scampolo di velluto, che, partendo dal collo, le scende fino ai piedi, coprendola quasi tutta, lasciando vedere soltanto il braccio con la catenina ed in parte il Bambino.

Il culto della Madonna della catena nasce nel 1392 a Palermo, quando regnava in Sicilia Martino I. Tre uomini furono ingiustamente condannati e il 18 agosto furono condotti a Piazza Marina, dove avrebbero dovuto essere impiccati. Proprio mentre stavano preparando le forche, si scatenò un gran temporale che costrinse i carnefici a rifugiarsi nella chiesetta della Madonna del Porto e il popolo a fuggire. In attesa che si potesse riprendere l'esecuzione, i tre condannati furono legati con doppie catene all'altare della Madonna, ma il temporale continuò per l'intera giornata e le guardie dovettero passare la notte nella chiesetta per sorvegliarli. I tre si portarono lacrimando ai piedi della Madonna e cominciarono a pregarla insistentemente e ad un tratto, mentre i soldati cadevano in un profondo sonno, le catene che trattenevano i tre uomini si spezzarono e la voce della Madonna li rassicurò "Andate pure in libertà e non temete cosa alcuna: il divino Infante che tengo tra le braccia ha già accolto le vostre preghiere e vi ha concesso la vita!". Le catene caddero senza far rumore e la porta si spalancò, i tre innocenti uscirono dal tempio e le guardie si svegliarono solo all'alba. Subito i soldati riuscirono a riprendere i fuggitivi ma furono fermati dal popolo che ricorse al re. Quando questi andò nella chiesetta, con i propri occhi costatò il miracolo: le catene si erano infrante, e concesse la grazia ai tre condannati.

Subito l'eco del miracolo si diffuse ovunque e frotte di pellegrini giunsero alla chiesa che ormai era chiamata "della catena". I miracoli si moltiplicarono e la Madonna della Catena divenne patrona di molti comuni dell'isola, venerata in tantissimi altri e il suo culto arrivò in tutto il Sud Italia. Ancora oggi la chiesa è meta di pellegrinaggi e conserva il simulacro di Nostra Signora della Catena. Nel 1500 alla chiesa venne attaccata una delle catene che chiudevano il porto e prese ufficialmente il nome con cui già l'aveva battezzata il popolo.

In Sicilia, Maria SS. della Catena è patrona di:

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Contatti

Parrocchia Santa Maria del monte Carmelo

Piazza del Carmine, Mongiuffi Melia 98030




Preghiera
a Maria Santissima della Catena 

O Maria, volgi gli occhi della Tu misericordia sopra di noi e noi e mira le angustie che da ogni parte stringono il popolo cristiano.

Deh, muoviti a pietà di noi, e, con la Tua possente catena, raffrena lo spirito infernale che tenta trascinarci a perdizione.

Impetra da Dio il ravvedimento ai peccatori, il fervore ai tiepidi, la perseveranza ai giusti ed a tutti l’eterna salvezza.

Così sia. 

Santa Maria della Catena
prega per noi che a Te ricorriamo