Cama a Fari?

Cama a Fari?

Nel mio ruolo di sacerdote spesso mi trovo ad ascoltare persone che mi raccontano i loro e altrui problemi. In questo non ci trovo nulla di male, anzi il mio auspicio è che tutti possano avere il desiderio di  vivere questo dialogo liberatorio per sanare le proprie ferite interiori.

Ultimamente però ho notato una evoluzione nei problemi. Mi spiego meglio.

Ho colto, nella mia ignoranza, una capacità, forse involontaria, a gonfiare i problemi a proprio uso e consumo. Mi spiego ancora meglio.

Ciò che si potrebbe affrontare con un breve dialogo chiarificatore, spesso viene caricato all’inverosimile. Perché? Preferisco non rispondere a questa domanda rischierei di perdermi nel seguire le paturnie mentali mie e delle persone in genere. Preferisco andare al sodo con una classica espressione italiana (!!!): cama a fari?  La finiamo di far diventare ogni occasione pretesto per discussioni infinite? Nel passato era prerogativa della donna gonfiare le cose (finiamola con questi stereotipi … ve lo dice un maschilista sfegatato), adesso invece è di uso comune. Cosa si guadagna a non risolvere una babbaria all’inizio e trascinarla per giorni, mesi, anni? Il mio carattere mi porta a relativizzare ciò che accade intorno a me puntando all’essenziale a ciò che conta veramente. Sono il più bravo? No, non sono ne bravo ne umile, mi sono solo stancato di perdermi in chiacchere da condominio che non portano a nulla. Si, sono stanco di vedere persone che non si parlano, sguardi che non si incrociano, parole edificanti non dette e parole lesive della dignità altrui sbandieriate dovunque. Sono stanco di avere timore di esprimere un’idea, perché da qualche parte del nostro amato territorio, c’è pronto qualcuno che, senza apparente motivo, vive male o interpreta male le parole o decisioni prese. Questo accade perché si vive sempre sulla difensiva e non si ha la volontà di parlare chiaramente. Vedo spesso volti tirati … ricordatevi che si rovina la pelle!!!

Coraggio amici, Gesù nel suo peregrinare terreno ha sempre affrontato tutte le discussioni che gli sono state poste, anche quelle più scottanti, per cercare armonia tra tutti. Qualcuno potrebbe obbiettare dicendomi che Gesù alla fine è stato messo in croce. Ma se oggi siamo ancora qui a parlare di Lui, vuol dire che ciò che è stato seminato ha portato i suoi frutti.

Ecco seminiamo qualcosa di buono a Mongiuffi. C’è già tanto ma secondo me possiamo e dobbiamo fare di più. Dobbiamo ridimensionare questi muri che si alzano ogni qualvolta accade qualcosa. Dobbiamo evitare di gonfiare i problemi. Le questioni vanno risolte non rimandate. Se tutti rimangono nell’idea che si ha ragione non si arriva a nulla. Ma se tutti pensiamo che la persona che ho di fronte è Figlio di Dio forse qualcosa cambierà. Affido tutto alla Vergine della Catena perché possa sciogliere i legacci che ci tengono ancorati al male. E da oggi invoco anche san Michele perché allontani il Maligno da Mongiuffi.

Padre Alessandro